Da Marattin a D'Alfonso, da Melilli alla Rotta. Sono i tanti i nuovi presidenti eletti grazie al soccorso azzurro. I parlamentari del Cav danno una mano, pensando ai nuovi equilibri di settembre
Roma. Sarà pur vero che talvolta le alleanze nascono come sommatoria di debolezze, più che come unione di geometriche potenze. E in effetti, con lucida umiltà, Bruno Astorre, uno che al Senato tiene i conti del pallottoliere per Dario Franceschini, la giornata di mercoledì la sintetizza così: “Questa è una maggioranza numericamente solidissima, e politicamente fragilissima”. E infatti, due ore dopo l’approvazione dello scostamento di bilancio varato con dei 170 voti – nove in più della soglia di galleggiamento, almeno tre in più delle più rosee previsioni – è partito il rodeo sul rinnovo delle presidenze di commissioni. Ma siccome anche nella congiunzione di debolezze si saldano talvolta i binari teoricamente paralleli di maggioranza e opposizione, proprio laddove i giallorossi hanno traballato di più, Forza Italia è venuta in soccorso. Magari sperando in future ricompense, magari sperimentando una convergenza che poi, chissà, a settembre potrebbe trasformarsi in qualcosa di più stabile.
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