Roma. Ora che l’intesa, a quanto pare, si è trovata, sembra perfino assurdo pensare che per un anno si è rimasti fermi, in attesa di Godot: “Il percorso è stato complicato, ma ha portato a delineare un nuovo impianto normativo che nessuno, né dentro né fuori il M5s, può rimettere in discussione”. E però anche a Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera che proprio giovedì sera, a nome del M5s, ha chiuso un accordo con gli altri partiti di maggioranza sulla riforma dei cosiddetti decreti Sicurezza, devono essere arrivati all’orecchio i bisbigli di alcuni suoi colleghi grillini, di orientamento sovranista, che già mugugnano per questa sia pur parziale svolta. “Non commento i retroscena”, dice allora Brescia. “Ma posso dire che al tavolo delle trattative, al Viminale, ho portato le proposte che, come Movimento, abbiamo elaborato al termine di un lungo confronto. Senza contare, poi, che alcuni dei punti in discussione, come quello della rimodulazione delle multe e dell’eliminazione delle sanzioni amministrative per le Ong, recepiscono delle osservazioni fatte dal presidente della Repubblica. Quanto all’esclusione dei richiedenti asilo dall’iscrizione all’anagrafe, avevamo già detto alla Lega, quando governavamo con loro, che quella norma era incostituzionale. Loro hanno insistito, e alla fine la Consulta ci ha dato ragione”.
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