Le tentazioni di rottura di Zingaretti, la voglia di neutralizzare l'ostruzionismo di Renzi coi voti del Cav. Raciti, Fiano e Fornaro ci spiegano perché l'apertura del deputato azzurro è una buona notizia
Roma. Forza Brunetta. Meno male che Renato c’è. Dopo l'intervista di ieri al Foglio del deputato azzurro, a sinistra tutti suonano la cetra all’ex ministro dell’età dell’oro berlusconiana. Il suo merito è quello di aver aperto al dialogo su una legge elettorale proporzionale, progetto impantanato nelle liti di maggioranza, tra l’ostruzionismo di Italia viva e i capricci della sinistra di Liberi e Uguali sulla soglia di sbarramento. “Il 5 per cento, se si guarda alla storia politica d’Italia, è un livello molto alto”, precisa infatti Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera e decano della materia. E mentre l’ex capo politico del M5s Luigi Di Maio sottolinea la lealtà sua e dei suoi al patto proporzionalista, il segretario del Pd Nicola Zingaretti, desideroso di additare l’inaffidabilità di Matteo Renzi, ribadisce la linea dell’intransigenza, condizionando il sì alla bandiera stellata del taglio dei parlamentari a un cambio di passo sulla legge elettorale.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE