Oltre Genova. Una narrazione farlocca vorrebbe descriverci come immobili e indisciplinati. Ma l’Italia maggioritaria oggi è quella che si sta reinventando, dalla moda alle Pmi, alle startup che continuano ad assumere. Raccontatela con noi
Non bisogna certo essere degli scienziati dell’economia per capire che l’estate che sta vivendo il nostro paese sarà un’estate fatta in buona parte di sofferenza, di paura, di angoscia, di ansia, di terrore e di preoccupazione verso un futuro che nessuno oggi sa quanto potrà essere migliore rispetto agli ultimi mesi vissuti dall’Italia. Non bisogna certo essere degli scienziati dell’economia per capire che quando un paese molto fragile come il nostro incrocia sulla sua strada un traumatico evento imprevisto, come il Covid, quel paese, che già prima del Covid non era riuscito a tornare ai livelli di crescita che aveva raggiunto prima dell’ultima crisi economica, avrà certamente più difficoltà di molti altri a riportare la sua testa sopra la superficie dell’acqua. Ma per quanto si possa essere giustamente preoccupati per le condizioni dell’Italia – e c’è da essere preoccupati visto il crollo storico del pil previsto a fine anno, circa meno 12 per cento, e visti i numeri da urlo sulla disoccupazione fotografati dalla Bce, che ha stimato per l’Italia un tasso di disoccupazione del 25 per cento includendo anche i lavoratori in Cig a zero ore – c’è un dato caratteriale che sta emergendo da questa estate italiana e che riguarda una narrazione farlocca che vorrebbe descrivere il nostro paese come un insieme di individui depressi, immobili, rancorosi, isterici, indisciplinati, irresponsabili e semplicemente incapaci di reagire.
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