La ricandidatura della sindaca spacca i grillini a metà. Sulle chat è il caos, ma lei si lascia lusingare dai sondaggi, e nel suo staff s'illudono di poter persino scegliere la sua rivale
Roma. E’ stata sicuramente sottovalutata. Nel M5s, dove fino a pochi mesi fa la sola idea suscitava ilarità e veniva considerata come i “cigni neri” del filosofo Nassim Taleb, “eventi per cui bisogna elaborare giustificazioni che rendano il fenomeno spiegabile e prevedibile”, si dice che adesso la notizia non sia più la sua ricandidatura. “Il peggio è che Virginia Raggi si è convinta di poter vincere o quantomeno di arrivare al ballottaggio”. Quando Luigi Di Maio – che pure conosceva in anticipo le sue intenzioni, ma che confidava nelle ragioni dell’empirismo (“ricandidarsi?”) – ebbene, malgrado il sostegno di circostanza e la frase di costume: “Virginia sta svolgendo un ottimo lavoro e ha bisogno del supporto di tutto il movimento”, ha chiaramente ammesso che lui al ballottaggio non ci crede. Grazie a quei pensieri all’orecchio che finiscono per offuscare la vista e il giudizio, la sindaca, che Nicola Zingaretti ha definito “una minaccia”, ha iniziato a credere all’altra voce: “Ma lo sai che i romani, alla fine, non ti detestano?”.
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