Alessandro Alfieri la mette giù facile. “La posizione di noi riformisti del Pd non è cambiata. Detta in sintesi: sì al contratto di governo, magari con qualche aggiornamento; no all’alleanza strutturale col M5s”. E allora, pensando alla fregola da embrassons nous filogrillino che ha colto certi dirigenti del Nazareno nella canicola ferragostana, il senatore del Pd dice che semmai converrebbe concentrarsi sul programma dell’esecutivo. “Prima di lanciarsi nella definizione di futuribili alleanze, mi pare che il partito dovrebbe essere più risoluto sul rispetto di certi punti dell’agenda di governo. Sui decreti sicurezza si è agito con timidezza, con troppi ritardi: certo, c’è stato di mezzo il Covid che ha complicato tutto, ma ora è indispensabile approvare subito le modifiche concordate. Sulla giustizia è indispensabile un approccio più equilibrato, a partire dalla prescrizione. E poi, soprattutto, c’è l’esigenza di favorire lo sviluppo del paese. Dobbiamo andare oltre la logica di bonus e sussidi e stimolare nuovi investimenti, pubblici e privati. L’ossessione del Pd dovrà essere questa: passare dall’essere percepito solo come il partito della responsabilità all’essere il partito della crescita, dello sviluppo”.
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