"A tesi", "straordinario". La discussione intorno alla natura e alle procedure nascondono l'altro congresso. Le faide in Liguria, Veneto, Puglia, Campania, per pesarsi e contare
Che ne pensa: facciamo un bel congresso del Pd? “E’ una formidabile acrobazia per farsi male, una di quelle fantastiche idee agostane di cui è piena la storia della sinistra, e lo dice uno che è di sinistra”. E Ugo Sposetti racconta, lui che ne ha organizzati e visti molti nel Pci e nei Ds (“Prima e dopo la svolta. A Bologna io c’ero”), che i congressi sono qualcosa di davvero serio e che “richiedono sei mesi di preparazione per mobilitare gli iscritti. Ma vi sembra questo il momento e il modo per ragionarci?”. Nel Pd, non solo se ne parla, ma lo si invoca. E Sposetti spiega che si fa presto a dire congresso, che è sempre la pillola del malpancista, ma che poi bisogna mettersi d’accordo su quale tipo di congresso. Nessuno può infatti competere con il campionario di sinistra. Esiste il congresso per scegliere il segretario (che poi sarebbe quello autentico), ma è previsto anche il “congresso post trauma” (ricordare Walter Veltroni), “il congresso momento di riflessione” che si era immaginato Nicola Zingaretti, ma prima della pandemia. E tra i nuovissimi prodotti c’è “il congresso a tesi”.
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