Il Pd ha dato ordine di silenzio: "Fino al 14 settembre non si attacca la ministra". E lei sa che al Nazareno considerano Viale Trastevere "cosa loro". La guerra di nervi tra dem e M5s, in cui anche Conte rischia parecchio
Roma. Certe volte è più infido il silenzio, della critica. Quello del Pd sul destino prossimo della scuola, ad esempio, alle orecchie di Lucia Azzolina deve arrivare con un certo fastidio, corredato com’è di tutti quei pettegolezzi, di tutte quelle velenose indiscrezioni che serpeggiano tra i corridoi del ministero a Viale Trastevere. “D’altronde questo è sempre stato il ministero del Pd, al Nazareno lo considerano un po’ cosa loro”, ha detto la Azzolina ai suoi parlamentari, radunati ieri mattina in videoconferenza, col tono di chi è ben consapevole delle insidie che s’approssimano. E pure delle opportunità: perché quei dieci miliardi che, mal contati, dal gran calderone del Recovery fund potrebbero essere destinati alla scuola, sono un dettaglio tutt’altro che secondario, nella sfida di nervi tra la titolare grillina dell’Istruzione e chi ne medita l’avvicendamento: “Altrimenti non si spiegherebbe come mai – ha osservato lei coi suoi parlamentari, coinvolti in questa dimostrazione d’affetto e solidarietà alla ministra pericolante – proprio mentre stiamo varando il più importante investimento della storia recente sull’edilizia scolastica, si inneschino queste polemiche”.
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