Roma. Si sarebbe magari potuto sperare che il giorno dopo, l’alba seguita al vertice non proprio indolore di Palazzo Chigi con mezzo governo a scervellarsi sulla riapertura scolastica e tutte le sue incognite, potesse concedere un risveglio sereno a Lucia Azzolina, giusto il tempo di concederle di godere degli auguri per il suo compleanno. Ma siccome a Viale Trastevere ogni giorno ha la sua pena, la sua piccola – fuggevole – vittoria politica la ministra grillina se l’è potuta gustare assai poco, perché nel frattempo i suoi tecnici l’avvisavano che no, sui corsi di recupero i sindacati non volevano proprio cedere. E anzi arrivavano perfino a minacciare: perché se il ministero non riconosce i 50 euro all’ora di straordinario ai docenti che dal primo settembre dovrebbero aiutare gli studenti zoppicanti a colmare le loro lacune (o almeno a far finta che), allora i prof si ammutinano: “Diremo a tutti i nostri iscritti – ecco il ricatto – di rimandare i corsi a metà settembre, dopo la riapertura, cosicché quelle ore in più figurino formalmente tra gli straordinari”.
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