Il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

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Zingaretti sommerso dai commenti critici per la supercazzola sul taglio del numero dei parlamentari

David Allegranti

Il segretario del Pd invita il governo a onorare gli impegni per ridurre deputati e senatori, gli elettori democratici insorgono sulla sua pagina Facebook

Nicola Zingaretti è stato sommerso di commenti contrari e contrariati dei militanti del Pd., che non hanno gradito la presa di posizione del segretario sul taglio del numero dei parlamentari. “Sosteniamo da sempre la riduzione del numero dei parlamentari. Per anni abbiamo presentato proposte di legge su questo”, scrive Zingaretti su Facebook riprendendo una sua intervista di oggi al Corriere della Sera. “Per votare Sì e far nascere il Governo abbiamo chiesto modifiche ai regolamenti parlamentari e una nuova legge elettorale, per scongiurare rischi di distorsioni nella rappresentanza e tutelare adeguatamente i territori, il pluralismo e le minoranze. Tutta la maggioranza ha sottoscritto questo accordo, ora faccio un appello affinché sia onorato”.

Seguono oltre 1600 commenti, tantissimi negativi, molto anche argomentati, senza eccedere in maleducazione: “Come ho già detto io voto NO e ti chiedo: anziché tagliare il numero dei parlamentari, perché non proponete di tagliare i loro stipendi, quelli dei manager pubblici e i loro privilegi?”, scrive Vittoria Pagliuca. “Caro Nicola, dispiace che su questo non ci sia mai stata di occasione di confronto all'interno del partito. Io voterò No”, scrive Mattia Franceschelli. “Mi spiace caro segretario, troppo troppo inadeguate, labili e insostenibili le ragioni di questo referendum. Non si scambia il sostegno a un governo con una riforma che mina la nostra democrazia. Abbiamo sempre sostenuto e creduto nella necessità di rivedere la forma del nostro ordinamento, ma non in questo modo. Ripensaci davvero, io voto No con convinzione!”, dice Diego Zanotti.

       

Lei sa benissimo che una modifica ai regolamenti parlamentari e una nuova legge elettorale non si fanno dall’oggi al domani, con un governo che traballa su ogni questione che deve affrontare, con l’emergenza Covid che imperversa quotidianamente e ancora non sappiamo per quanto tempo, togliendo quindi attenzione ad altre vicende che per quanto importanti necessitano dei giusti tempi, non da ultimo si tratta di due obiettivi così rilevanti che devono vedere anche il coinvolgimento dell’opposizione che mi sembra invece animata da uno spirito molto poco collaborativo”, scrive Paola De Santis.

   

“Caro segretario, il primo passo dovrebbe essere la messa in sicurezza della democrazia prima di procedere con una modifica della costituzione. Stiamo facendo il contrario e per me non è corretto le modifiche costituzionali sono una cosa seria per quello che è costata al nostro paese. Mi dispiace non sono d’accordo”, scrive Giancarlo Merelli. E via così. 

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.