Roma. Nel dibattito sulle riforme istituzionali che si è sviluppato attorno al referendum sul taglio del numero dei parlamentari e sui successivi correttivi, il paese si è perso un pezzo importante. Che riguarda nello specifico la legge elettorale, ma più in generale che tipo di democrazia vogliamo. Pochi giorni fa, lunedì 24 agosto, all’Euro-Par 2020, una conferenza sulla tecnologia organizzata a Varsavia in Polonia e sicuramente non tra le più importanti a livello internazionale, Davide Casaleggio ha presentato ufficialmente il suo sistema di voto elettronico alla base del sempre annunciato superamento della democrazia rappresentativa. Questo sistema di voto si chiama “Terminus” ed è stato codificato in un paper dello stesso Casaleggio e di altri autori: il ricercatore indipendente Vincenzo Di Nicola, gli informatici dell’Università di Cagliari Michele Marchesi e Roberto Tonelli, l’imprenditore Sebastiano Missineo. Terminus sarebbe un sistema di voto basato sulla tecnologia blockchain, e in particolare dalle soluzioni tecnologiche usate da “Monero”, una criptovaluta nata di recente sull’onda del successo del Bitcoin.
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