Abbandona il "nord" ma non sfonda al sud. In Salento è guerra per bande, a Napoli c'è aria di ammutinamento. E i commissari padani, mandati a civilizzare il meridione, causano malcontenti. E in Veneto bisogna arginare Zaia
Roma. Fosse una roba di fantascienza, Nicola Molteni ci riderebbe anche su. E invece quando ha fatto il verso al Roy Batty di Blade Runner, poche sere fa a cena con lo stato maggiore della Lega, aveva l’aria stremata: “Vedo ogni giorno cose che voi umani …”, ha sbuffato il deputato di Cantù, mandato da Matteo Salvini in partibus infidelium, nel novembre scorso, a mettere un po’ d’ordine nel trambusto campano, con risultati non esattamente esaltanti. E non perché sia mancato lo zelo dell’ex sottosegretario dell’Interno: uno che, mentre il ministro, suo amico fraterno, andava in giro per le spiagge e postava le foto del pane con la nutella, mandava avanti la macchina del Viminale, e che però si ritrova ad alzare le mani davanti a certe baruffe napoletane, certi inguacchi che a lui, uomo del nord che alla secessione c’ha creduto davvero, e ci crede tuttavia, fanno venire il sangue agli occhi.
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