Dopo l'articolo del Foglio, il magistrato appoggiato dal M5S per la presidenza della Corte dei Conti si giustifica per gli insulti su Twitter al leader di IV (che lo ha denunciato): "Lasciavo sempre l’iPad in giro in ufficio, qualcuno avrà utilizzato il mio account".
Roma. “L’account è il mio ma quei tweet non sono miei. Non è stato un hacker. L’unica cosa che posso dire è che spesso lasciavo l’iPad in giro in ufficio e altri magari parlavano con la mia bocca: utilizzavano il mio profilo per attaccare Renzi. Io Renzi l’ho sempre stimato”. La giustificazione, alquanto singolare, del dottor Tommaso Miele è l’ultima versione del filone “a mia insaputa” e stavolta riguarda quello che è diventato un caso istituzionale: la nomina del presidente della Corte di Conti.
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