Un anno dopo il giuramento del secondo governo Conte (era il settembre del 2019) ci sono molte cose che si potrebbero dire su questa pazza esperienza di governo. Ma il modo forse più efficace per fotografare la traiettoria imboccata dall’Italia all’indomani della fine ufficiale dell’esecutivo più pericoloso mai avuto dal Dopoguerra a oggi dal nostro paese (quello gialloverde) è usare un’immagine che ci può aiutare a capire se l’espressione che abbiamo usato un anno fa sul nostro giornale per sintetizzare il senso di questo esecutivo sia ancora valida oppure no (una maggioranza molto sbagliata nata per portare avanti una causa molto giusta, restare ancorati all’Europa): quella del parco avventura. Generalmente, lo saprete di certo, i parchi avventura sono percorsi immersi tra gli alberi di montagna, dove ragazzi e non ragazzi si divertono ad affrontare percorsi più o meno impegnativi, fra travi mobili, corde oscillanti, pedane traballanti, arrampicate sui tronchi, altalene scorrevoli, passerelle pericolanti e piccoli o grandi salti nel vuoto. I parchi avventura sono di due tipi: ci sono quelli non omologati, eccitanti ma senza protezioni, e ci sono poi quelli omologati, che costringono ogni piccolo avventuriero a indossare, oltre al casco, un’imbracatura legata, tramite funi di sicurezza dotate di moschettoni, a funi metalliche di acciaio inossidabile.
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