Ecco il No che non ti aspetti e che potrebbe dire tante cose. Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega e Richelieu del partito, ha dichiarato che voterà No al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre sulla riduzione dei parlamentari. La decisione appare fortemente in contrasto con il leader Matteo Salvini, schierato sul Sì, e con la stessa linea del partito, che ha votato favorevolmente alla riforma ben quattro volte in Parlamento. L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio al tempo del governo gialloverde ha fatto coming-out ieri, durante un comizio elettorale a Vittuone, in provincia di Milano: “Non so cosa voterete voi, ma posso dirvi come voterò io. Voterò No, convintamente”. Per Giorgetti questa ipotetica riduzione di deputati e senatori è “improponibile”, perché si tratterebbe di “un semplice taglio di parlamentari in assenza di altre riforme”. Il leghista ha così tuonato: “Con il 40 per cento di parlamentari in meno le segreterie di partito avranno un potere illimitato. Dobbiamo evitare questa deriva”. Per poi chiamare in causa l'esecutivo giallorosso: “La vittoria del Sì a questo referendum sarebbe un favore al governo Conte, incapace e inadeguato. Anche per questo voterò No”. Da parte di Giorgetti non solo una politicizzazione della riforma costituzionale, ma una vera e propria chiamata alle armi del popolo leghista contro l'attuale esecutivo. Ma la Lega è ufficialmente sul Sì, come i rivali sovranisti di Fratelli d'Italia. Recentemente Matteo Salvini dichiarava “ho sempre votato Sì e continuerò a farlo”. Ma non sembra troppo convinto e col passare dei giorni diventa sempre più timido, se non taciturno sulla questione. E il deputato Claudio Borghi, pur vicinissimo al leader, ha potuto pubblicamente schierarsi per il No senza subire richiami. Probabile quindi che l'annuncio di Giorgetti non sia uno smarcamento vero, ma anzi una mossa concordata, se non proprio un piano. Salvini d'altronde sull'imminente referendum ha forse cambiato idea, ritenendo l'ampia vittoria del Sì un successo che Luigi Di Maio e il Movimento 5 stelle si intesteranno facilmente, nonché un toccasana per il governo giallorosso. Ma per lui dire No ormai è impossibile.
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