Come usare le regionali per archiviare il trucismo, sperimentare alternative nel centrodestra e rafforzare l’europeismo nel governo? Zaia, De Luca, Toti, Mangialardi, Giani, Scalfarotto. Le nostre pazze scelte a spasso per l’Italia
Archiviare la leadership salviniana, sperimentare alternative nel centrodestra, investire sui piani europeisti del governo, limitare la subalternità al grillismo, testare la vitalità dei progetti di centro. Mancano ormai pochi giorni alle elezioni regionali e per quanto possa essere appassionante il dibattito sul referendum costituzionale è facile immaginare che le elezioni che avranno un riflesso maggiore sugli equilibri della politica saranno più quelle legate al futuro delle regioni rispetto a quelle legate al futuro numero dei parlamentari. Sul secondo tema, il referendum, vi abbiamo detto ciò che pensiamo – e più passano i giorni più ci sembra ovvio che una riforma giusta, per quanto imperfetta, sia una riforma non da abbattere ma semmai da correggere. Sul primo tema, invece, ovvero sul tema delle regionali, le candidature che verranno presentate agli elettori, il 20 e il 21 settembre, quando al voto andranno circa 18 milioni di persone, offrono come non mai spunti utili per ragionare sul futuro della nostra politica. E gli spunti di riflessione – e di divertimento – sono così tanti che verrebbe voglia di fare una piccola pazzia e offrirvi, per ogni regione, i nostri totally unnecessary endorsement (ci riserviamo però in modo autorevole, su richiesta di Maurizio Milani, di lasciare libertà di coscienza in Valle d’Aosta).
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