Le manovre della Taverna, la mediazione impossibile di Crimi e la ministra Dadone finita sulla graticola. La reazione scomposta di Davide, che minaccia di spegnere Rousseau. E gli eletti gli propongono un compromesso
Roma. Ha inviato una mail da un account del “movimento5stelle.it”, firmandosi con nome e cognome: Davide Casaleggio. Ha modificato senza preavviso i parametri per le restituzioni dei parlamentari (non più versamenti trimestrali, ma ogni trenta giorni), così che perfino i membri del governo, da Di Maio a Bonafede, risultano ora morosi. Il tutto con una brutalità di modi che tradisce l’ansia che il figlio padrone di Rousseau deve provare, se non si cura neppure di dissimulare quel che a lungo ha negato, e cioè che nel rapporto perverso tra il M5s e la Casaleggio associati ci fosse un intrico di interferenze (per dire: il sito Tirendiconto.it, su cui sono stati messi alla gogna gli eletti in ritardo coi pagamenti, risulta registrato da “Associazione Rousseau, via Morone, 6, Milano”, stessa sede della Casaleggio associati), ai limiti del sopportabile.
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