Il retroscena

In pizzeria nasce il nuovo direttorio M5S

A Napoli la cena di Di Maio, Taverna, Patuanelli. Veleni su Casaleggio, avvertimenti a Conte. Tra un fritto e l'altro ecco la squadra del futuro

Simone Canettieri e Valerio Valentini

Giovedì sera il vertice dei big con la voglia di cambiare tutto il Movimento. Senza farsi troppi problemi di Rousseau

 

“Ahò, ce voleva Casaleggio per ricompattarci tutti, eh”. Giovedì sera, pizzeria Regina Margherita, a Napoli. Paola Taverna scherza. Anche lei è salita sul palco con tutti gli amici-nemici del M5s per la chiusura della campagna elettorale di Valeria Ciarambino, l’anti De Luca a cui servirebbe il miracolo di san Gennaro.

 

Ma poco importa. L’importante, dice agli amici “donna Paola”, è stare qui, tutti insieme appassionatamente. Fanno parte di questa allegra e scanzonata tavolata Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Alfonso Bonafede. E poi viceministri e pezzi da quasi novanta. Insomma, ecco il direttorio che sarà. Forse. (segue a pagina quattro) Si mangiano fritti e pizze a volontà. La Campania è stata la scusa per trovarsi tutti qui, dopo mille battaglie e veleni. Guerre di posizione e rapidi capovolgimenti. A dire il vero, manca Roberto Fico, l’altro genius loci pentastellato. Che forse, essendo presidente della Camera, ha preferito non spingersi fino alla cena. Ma nonostante questo, nemmeno Fico si è sottratto alla foto di gruppo dietro al palco. Sono le prove tecniche del nuovo organismo collegiale che verrà? In molti lo pensano, i diretti interessati lo sperano. E con tutti i piccoli leader che girano intorno al nucleo centrale: Giancarlo Cancelleri, Ciccio D’Uva. Tutti a cena, tutti pronti al “patto della Margherita”.

 

A tavola girano discorsi autocelebrativi di questo gruppone che ne ha viste (e fatte) di tutti i colori. Tipo: “Se torniamo uniti, come lo eravamo una volta, allora saremo ancora più forti. E Conte...”. E qui, le versioni si confondono. La tavola è fatta da diversi commensali. Ma c’è chi dice: “Se torniamo uniti non saremo più noi ad avere bisogno di Conte, ma lui ad avere bisogno di noi”.

Sarà proprio così fino in fondo, vista per esempio la presenza in pizzeria di Patuanelli, ministro assai fedele al premier? Non si sa. Di certo c’è che Di Maio, se potesse, la zampata contro il fu “avvocato del popolo” la tenterebbe eccome, nel probabile caos che seguirà al voto. E ben sapendo che tanti dei suoi, pur fremendo per il rimpasto, non accetterebbero mai di sacrificare la figura di Giuseppi, il ministro degli Etseri s’è spinto fino a far arrivare dei dispacci ufficiali a Matteo Renzi: “Vorrebbe che la facessi io, la crisi, così che lui potesse poi giovarsene”, ha confidato l’ex premier ai suoi fedelissimi. Difficile, comunque, anche perché Di Maio sa bene che “Beppe ha blindato Conte”, e dunque ben poco spazio di manovra lascerebbe all’ambizione di chi vuole defenestrarlo da Palazzo. Ragionamenti involuti, solo accennati, nella pizzeria napoletana. Ma intanto “cin cin”. Alla nostra. E forse anche alla faccia di chi non c’è. Pesa infatti l’assenza di Vito Crimi. E allora si sparge un altro terrore a tavola: “Pare che Vito voglia far celebrare gli Stati generali solo sul web, una follia. Un favore a Davide e basta”.

 

Davide è Casaleggio, altro convitato di pietra. Ma chi il direttorio del futuro - “siamo una squadra fortissimi” - sia qui ci sono pochi dubbi. Forse manca Stefano Buffagni, che s’è inabissato ultimamente, mugugna solo fuori campo, a microfoni semispenti. Più esplicite, invece, le proteste di tanti parlamentari. Che in questa operazione di Di Maio, in questo tentativo di arrivare agli Stati generali con un pacchetto già confezionato, prendere o lasciare, ci vedono una specie di congiura. In tanti fanno sapere, sulle chat sempre inacidite da mille risentimenti, che a quel punto ne trarrebbero le conseguenze: “Sarà il Misto più grande della storia”. Dalila Nesci, deputata calabrese che s’è messa a capo di una corrente di una trentina di parlamentari, ha già fatto sapere che, senza un congresso vero con tanto di mozioni e voto dal vivo, gli Stati generali sanciranno l’inizio della fine di tutto.

 

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