Wow! Il M5s scopre finalmente il voto inutile: quello ai propri candidati. Regionali e poi referendum. La campagna elettorale mostra una verità spassosa, che regala ottimismo: lo show del grillismo che per non fare danni prova a cancellare se stesso
Una certa scuola di pensiero, un po’ scombiccherata, sta provando a trasformare da settimane il referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari in una grande prova di forza contro l’ideologia grillina. Su Repubblica di ieri, il principe dei notisti politici, Stefano Folli, ha fatto propria questa tesi e ha offerto ai lettori un colonnino intero dedicato a tale tema. Il colonnino era così intitolato: “Il referendum è un voto sul M5s”. La tesi di Folli non è del tutto sbagliata ed è vero che alcuni elettori, pur considerando saggio tagliare il numero dei parlamentari, andranno alle urne, domenica e lunedì, con lo stesso spirito con cui nel 2016 si volle dare una lezione a Matteo Renzi. Folli sa bene che evidentemente il Sì al taglio del numero dei parlamentari non è affatto un tema grillino – e d’altronde sarebbe un dramma se un eventuale Sì al taglio del numero dei parlamentari fosse un successo capace di misurare il consenso reale del grillismo nel paese. Ma ciò che risulta invece interessante, a proposito del rapporto che esiste tra referendum e grillismo, è un dato che va in una direzione opposta a quella suggerita da Folli. Ed è il tentativo da parte del M5s di avvicinarsi all’appuntamento elettorale delle prossime ore compiendo un gesto tanto disperato quanto comprensibile: provare a cancellare il grillismo.
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