E’ un conflitto che serpeggia, scoppietta senza però mai davvero esplodere. Eppure adesso Salvini in privato lo accusa addirittura di essersi fatto la campagna elettorale per sé e la sua lista, ma con i soldi della Lega. Insomma lo accusa, e senza giri di parole, di aver ucciso la Lega in Veneto per promuovere la sua lista personale, che infatti ha preso tre volte i voti del partito, risucchiandoli. A Verona, la città di Lorenzo Fontana, il commissario della Lega in veneto, la Lega è stata superata pure da FdI. E allora, dicono i leghisti: chi ha pagato la campagna elettorale ideata dall’agenzia Heads di Treviso, quella che ha sostituito Alberto da Giussano con la parola “Zaia” su sfondo azzurro? “Noi”, rispondono. “ E i voti se li è presi lui”. Ma “lui” fa spallucce, se ne frega l’ormai tre volte presidente del Veneto, Luca Zaia, appunto. Il Doge. E fedele al motto secondo cui “meglio una parola in meno che una parola in più”, avanza muto – ma con il passo della legione tebana – verso il completamento dell’opera, ovvero la decimazione, la soluzione finale applicata a ciò che resta di Matteo Salvini in Veneto. Per evitare che il segretario gli infili qualche suo uomo tra gli assessori o in Consiglio regionale, ieri Zaia nelle riunioni con il suo staff ha lasciato intendere di essere pronto a sacrificare il fedelissimo Roberto Marcato, assessore uscente e campione di preferenze. Se infatti Marcato tornasse a fare l’assessore, dovrebbe dimettersi ed ecco che al suo posto in Consiglio entrerebbe – mammamia – il primo dei non eletti, cioè un salviniano che si chiama Giuseppe Pan. Non sia mai. Pussa via.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE