Il M5s dice di non aver intenzione di considerare il Mes per le spese sanitarie fino a quando non si dimostrerà che non ci sono trucchi. Ma il M5s forse non si è accorto di aver già chiarito ogni dubbio nel corso di un Cdm speciale: quello del 6 luglio. Era il compleanno di Luigi Di Maio e i ministri all'unanimità hanno approvato il Pnr con una scheda tecnica particolare, che conferma che il Mes non presenta condizionalità preoccupanti. Buone notizie per il Pd e per Zingaretti
Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli, Lucia Azzolina, Federico D’Incà, Nunzia Catalfo, Riccardo Fraccaro, Paola Pisano e Sergio Costa forse non lo sanno, ma quel Mes che tanto maltrattano quando si ritrovano di fronte a un microfono e che tanto disprezzano quando ne parlano in pubblico è stato già promosso dall’esecutivo di cui fanno parte con un voto unanime di tutta la compagine di governo. Dicono i grillini: la linea di credito del Mes riservata alle spese sanitarie è una linea di credito che l’Italia non può permettersi di attivare perché una volta attivato il Mes le terribili condizionalità nascoste all’interno dei perfidi meccanismi dell’Europa costringerebbero il nostro paese a ritrovarsi di fatto con una Troika dentro casa. E la sintesi della posizione del M5s è quella fotografata dal reggente del Movimento, ovvero Vito Crimi: “Abbiamo detto che il Mes è uno strumento inadeguato e che non va utilizzato, ribadisco questa posizione che è la posizione del M5S: ancora nessuno ci ha dimostrato che il Mes sia senza condizionalità”. Quello che forse Crimi non sa è che ad aver dimostrato che il Mes è effettivamente senza condizionalità è stato proprio il M5s, con un voto quasi unanime dei suoi ministri (tranne uno assente) effettuato lo scorso 6 luglio in una sede istituzionale piuttosto importante: il Consiglio dei ministri. Ed è possibile che la ragione per cui il Pd mostra un certo ottimismo sulla possibilità che il governo possa sbloccare la pratica del Mes sia legata a uno screenshot che da qualche giorno gira tra le caselle di posta elettronica di alcuni importanti esponenti della maggioranza. La storia è questa e non è niente male.
Lo scorso 6 luglio il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha portato in Cdm lo schema del programma nazionale di riforma (Pnr). Il Pnr – che Roberto Gualtieri ha firmato insieme con Giuseppe Conte – è un malloppo di 133 pagine contenente il piano che dovrebbe delineare le politiche che il governo intende adottare nel triennio 2021-2023 per il rilancio della crescita. In quel documento, Gualtieri e Conte scrivono che “la risposta dell’Ue alla pandemia è articolata in diverse importanti iniziative”. E tra le “importanti iniziative” il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia comprendono anche “la linea di credito Pandemic Crisis Support del Meccanismo europeo di stabilità”. L’utilizzo dell’aggettivo “importante” – “ciò è opportuno o necessario tenere in debita considerazione” – è però solo una spia di un dettaglio più interessante che arriva qualche riga dopo, a pagina quattro, quando il Pnr, per togliere ogni dubbio, spiega in cosa consiste questa “linea di credito Pandemic Crisis Support del Meccanismo europeo di stabilità”. Ecco lo screenshot.
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