L'anticasta, la casta, la libertà, la repubblica, la democrazia: antiche battaglie rimescolate ai tempi del governo rossogiallo
Roma. C’era una volta l’anno 2013, anno in cui l’associazione LibertaeGiustizia si muoveva all’unisono nel vasto mare della cosiddetta “urgenza di democrazia”. C’era una volta il manifesto di Gustavo Zagrebelsky (“Non è cosa vostra”) a difesa della Costituzione. E c’erano una volta i saggi che ancora prima, all’inizio degli anni Duemila, si muovevano in quella galassia come un sol uomo, lungo il confine tra politica e società, e lungo le strade tortuose del post-Tangentopoli e del berlusconismo e dei post-it gialli e dei popoli viola e della libertà di informazione e dell’articolo 18: c’era, tra gli altri, il compianto Stefano Rodotà, e c’erano Sandra Bonsanti e Lorenza Carlassare, Paul Ginsborg, Tomaso Montanari e Nadia Urbinati.
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