Scompaiono i vecchi attrezzi di scena: via il lanciafiamme di De Luca, via il forbicione anticasta di Di Maio. Ora Zaia cita Seneca, Del Debbio sembra Colin Firth, Emiliano si veste da statista. Solo Giordano recita se stesso
Abolita per sempre la povertà, decimata ormai la casta, il populismo se ne va in cassa integrazione. Persino la parola ha ormai un suono poco raccomandabile. Se continua di questo passo, tra un po’ non si potrà più usare, come “negro”, “zoppo”, “barbone”. Si dirà casomai, “diversamente competente”. Via le citazioni da Puskin e Dostoevskij nei discorsi di Conte: “Rivendico la natura diversamente competente del governo, se questo significa ridurre la frattura tra Stato e cittadini”. Panico dunque e gran disorientamento nei palinsesti televisivi. Si prova già a riconvertire in fretta e furia la produzione, si rimodula il “core business”, come Gucci, Prada, Valentino, quando nell’ora più buia presero a confezionare mascherine.
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