Balletto sul Cdm di domenica
Adesso il M5s frena sul superamento dei decreti Salvini: "No alla protezione umanitaria".
La revisione dei decreti Sicurezza prevista per questo fine settimana trova l'opposizione dei ministri grillini
Domenica il testo che abroga alcune delle norme dei decreti sicurezza sarebbe dovuto arrivare in Cdm. Ma l'ala destra dei grillini si oppone e difende i testi approvati con Salvini ai tempi del governo gialloverde. Ora l'approvazione rischia di saltare
Dopo aver evaso la discussione per mesi in attesa di tempi più appropriati, il governo è pronto a mettere nero su bianco il superamento dei decreti sicurezza, quelli che il segretario del Pd Nicola Zingaretti continua ad additare come "decreti Salvini" e che dell'impostazione securitaria dell'ex ministro dell'Interno portano firma e intenzioni di fondo. "Abbiamo discusso per mesi. La ministra Lamorgese ha detto da settimane che l'accordo è pronto, io trovo naturale rispettare questo punto. Sono convinto che nei prossimi giorni, nelle prossime ore, questo avverrà", ha ricordato lo stesso Zingaretti in serata, Che non a caso nel post elezioni regionali era stato il primo a passare all'incasso ponendo l'accettazione del Mes e la modifica degli accordi sull'immigrazione come condizione non negoziabile agli alleati per segnare un nuovo corso di governo.
Secondo quanto filtra da Palazzo Chigi, negli scorsi giorni era stata individuata nella giornata di domenica, contestualmente alla nota di aggioranemnto al Def, la data per portare in Consiglio dei ministri il testo preparato dai tecnici del ministero dell'Interno, a poche ore dall'inizio, per puro caso, del processo a Salvini sulla gestione della nave Gregoretti. Cosicché, s'è vociferato, i dettagli potessero essere visionati dalle varie forze politiche che compongono l'esecutivo, e che sul tema in questione hanno com'è noto sensibilità molto diverse. I cinque stelle, provati dalla batosta elettorale e percorsi da aneliti perenni di scissione, si sono sempre opposti a una modifica repentina della norma, consci del fatto che nel primo governo Conte erano stati determinanti nell'approvarla e sostenerla. Era stato in fondo lo stesso Vito Crimi a dire, nello scenario agreste del Cobragor non più tardi di qualche giorno fa, che sì agli alleati di governo andranno fatte delle concessioni dopo l'esito delle urne in Toscana, Puglia e Campania. Ma che pure è fondamentale ostentare un po' di resistenza, di brigare per non trasformare la permanenza al governo in una lenta rosolata finale.
E così adesso, secondo fonti del Pd, l'interlocuzione tra alleati si sarebbe interrotta su un punto, la reintroduzione della protezione umanitaria, che una parte dei grillini ritiene inaccettabile. Restroscena confermato dal deputato grillino Francesco Berto che su Twitter ha scritto: ""Contrariamente a quanto affermato dal PD, la reintroduzione della protezione umanitaria non era prevista nelle bozze dei DL sicurezza e immigrazione. Siamo sempre aperti al confronto, ma non si facciano forzature sulla verità e su temi così delicati per il paese". Il rischio, a pochi giorni dalla data delineata, è di ripartire da capo e rimettere in discussione l'accordo raggiunto in estate.
L'articolo 1 del dl Salvini prevedeva che fosse abolito il permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria: scelta che ha prodotto un maggior numero di irregolari che, al di la degli auspici leghisti, non sono stati rimpatriati. L'ala destra del movimento si oppone al ripristino delle disposizioni vigenti ante Salvini proprio perché quelle modifiche le aveva convintamente sposate, poco prima che il leader del Carroccio arrivasse a chiedere i pieni poteri. Uno stop, dai dem definito "inaccettabile", che rischia di ingarbugliare la partita, a tal punto che secondo Palazzo Chigi quella del Consiglio dei ministri domenicale a ora rimane soltanto un'ipotesi. Resa a questo punto sempre più ostica della resistenza improvvisa della fronda grillina.