Davanti al segretario di stato Usa, il ministro degli Esteri fa professione di fede atlantista, provando a smarcarsi dall'ombra di Conte. Ma su Navalny e Guaidó gli imbarazzi sono evidenti. Il nodo del 5G e le promesse americane sulla Libia
Se non altro, stavolta ha evitato di chiamarlo “mister Ross”, come fece l’ottobre scorso. Quando, ricevendolo a Villa Madama, Luigi Di Maio riuscì infatti a dargli un cognome che non era il suo, al segretario di stato americano. L’unica consolazione, all’epoca, fu che anche nel cerimoniale di Palazzo Chigi, in quelle stesse ore, Giuseppe Conte fu coinvolto malgré soi in una brutta figura, con la giornalista delle Iene che sgattaiolava oltre il cordone di sicurezza a offrire uno spicchio di Grana Padano al braccio destro di Donald Trump, con conseguente imbarazzo generale. Coincidenze, certo, che però a loro modo riuscivano a testimoniare di una difficoltà di relazioni tra l’intellighenzia grillina e la Casa Bianca che va avanti sin dall’inizio della legislatura. E però, siccome ormai il Conte II è un lungo, faticoso sforzo di rimediare ai danni del Conte I, dopo quota 100 e il Reddito di cittadinanza, dopo l’antieuropeismo e i “decreti sicurezza”, anche i rapporti con gli Usa vanno riequilibrati. E allora si capisce lo zelo con cui, ieri, Conte e Di Maio hanno preparato l’incontro con Mike Pompeo, ben sapendo che il grande capo di Foggy Bottom, sotto la mascherina a stelle e strisce, avrebbe utilizzato con la diplomazia italiana quegli stessi toni rudi che tanta irritazione hanno provocato in Vaticano. Del resto Conte, l’“amico Giuseppi”, sa bene che tanto della sua riconferma a Chigi la deve alla benedizione giunta da Washington, e certo non disdegnerebbe di mostrare la sua riconoscenza. Sennonché quanto gli chiede Pompeo – cioè un sostanziale bando di Huawei sul 5G, sul modello di quanto fatto da Boris Johnson a Londra – va oltre ciò che l’Italia, dovendo e volendo agire in sintonia coi partner europei e forte di una legislazione sul golden power tra le più avanzate del continente, può concedere.
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