Essere attenti, giudiziosi e vogliosi di combattere ogni forma di cialtro-libertarismo è condizione necessaria per affrontare i prossimi mesi senza isterie. Ma essere coscienti del contesto in cui viviamo è altrettanto necessario per affrontare con consapevolezza la stagione in cui ci troviamo oggi. E per provare in che senso l’emergenza di oggi è infinitamente diversa dall’emergenza di ieri occorre mettere insieme i puntini. Si scoprirà che ci sono ragioni per fidarsi della disciplina italiana (e ora più Immuni, please)
Prudenza sì, panico no. Il graduale, progressivo, anche se ancora non preoccupante, incremento di contagiati registrati in Italia negli ultimi giorni (da due giorni siamo intorno a quota 2.500) ha avuto l’effetto di proiettare il nostro paese in una dimensione pericolosa dominata da un sentimento che si trova a metà tra la paura e il panico. Paura perché, nella testa di ciascuno di noi, il numero di contagiati tende a essere identificato sempre con il numero di malati. E panico perché, nella testa di ciascuno di noi, la progressione dei contagiati tende a essere identificata come un indizio capace di riportare le lancette dell’Italia alla stagione del lockdown. Essere attenti, giudiziosi e vogliosi di combattere ogni forma di cialtro-libertarismo è condizione necessaria per affrontare i prossimi mesi senza isterie. Ma essere coscienti del contesto in cui viviamo è altrettanto necessario per affrontare con consapevolezza la stagione in cui ci troviamo oggi. E per provare in che senso l’emergenza di oggi è infinitamente diversa dall’emergenza di ieri occorre mettere insieme i puntini.
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