Ingroia è stato capace di perdere pure a Campobello di Mazara
L'ex pm del processo sulla Trattativa sconfitto (con 40 punti di distacco) pure nel comune del trapanese, dopo una campagna da influencer in mezzo a spiagge e uliveti
Ci teneva così tanto ad avere una piccola rivalsa personale, dopo le tante batoste elettorali e giudiziarie, che ad Antonio Ingroia a un certo punto era sembrato un passaggio naturale candidarsi a sindaco di Campobello di Mazara, comune di 11 mila anime nel trapanese, sotto all'insegna "Cambiamo Campobello". E così, l'ex pm del processo sulla Trattativa stato-mafia, che nel 2013 dovette rinunciare all'ingresso a Montecitorio dopo aver preso con la sua Rivoluzione civile il 2,25 per cento alle politiche, lo stesso che aveva smesso la toga da giudice dopo che il Csm aveva deciso di trasferirlo ad Aosta (lì almeno, stando ai risvolti assunti dalla cronaca politica locale, avrebbe potuto andare a caccia di 'ndrine e infiltrazioni mafiose) ha fatto una campagna elettorale pancia a terra perché primo cittadino sognava di diventarlo davvero.
"Chiedetevi come sarà Campobello non nel 2020 ma nel 2025", ammiccava in una clip registrata con vista sugli scogli, con tanto di logo e grafiche in movimento. O in mezzo agli uliveti a promuovere un consorzio, perché "uniti si vince sempre". E se credete che la dialettica tra candidati sia filata liscia dovete ricredervi: la corsa si è chiusa con un evento organizzato da Campobello News in cui i tre candidati a primo cittadino si sono sfidati in un comizio a turno condito da accuse strillate in piazza a favore di microfono. Una sorta di Biden vs Trump alla saracina.
Eppure, forse, aveva già auscultato l'eco del tonfo quando, solo qualche giorno fa, era corso a denunciare che sul sindaco uscente Giuseppe Castiglione si stendevano a suo dire le ombre innominabili del voto di scambio. "Molte segnalazioni racconterebbero che lo staff del sindaco uscente Giuseppe Castiglione stia utilizzando gli elenchi elettorali per contattare i cittadini e invitarli a votare domenica e lunedì. Se confermato sarebbe un atto gravissimo", aveva rimarcato in un appello al prefetto di Trapani.
Fatto sta che sin dalle prime schede scrutinate si è capito che quello di Ingroia era un sogno corsaro destinato a rimanere tale. Che insomma anche in quel contesto di profonda provincia sicula gli elettori gli avrebbero preferito la pragmatica dell'amministrazione uscente. Alla fine è arrivata l'ufficialità della rielezione di Castiglione, che con il 67% dei consensi ha preso 4 volte i voti di Ingroia fermi a poco più di un migliaio (18%). A dispetto di una presenza massiccia sui social per mobilitare al voto, per il momento Ingoria tace: ancora non se la sente di concedere ufficialmente all'avversario la vittoria.