Da novembre, la Lega avvierà il processo verso le nuove segreterie territoriali e regionali. Ma non è solo il Carroccio che si darà una nuova struttura: anche M5s e Iv sono alle prese con la riorganizzazione. La politica riscopre l’irrinunciabilità dei suoi riti
La raccomandazione, a prenderla così alla lettera, suona quasi insensata. Eppure dicono che Giancarlo Giorgetti fosse assai serio quando mercoledì l’ha pronunciata sul grugno del suo segretario: “Matteo, qui bisogna fare un partito”. Come a dire che quello attuale, la Lega per Salvini premier, non lo è. O non fino in fondo, almeno. Non come l’ex sottosegretario alla Presidenza, e con lui buona parte della vecchia guardia del Carroccio, ritiene necessario. E così, approfittando dell’imminente scadenza di novembre, quando la trafila burocratica necessaria per far transitare i vecchi iscritti della Lega nord nel nuovo contenitore troverà compimento, bisogna attrezzarsi per darsi struttura e organigramma, a livello non solo nazionale ma anche locale. Un partito, insomma. Un partito vero.
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