Fonti vicine ai negoziati: “Gli italiani hanno pagato per gli ostaggi i francesi no”
Atterrati in Italia Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio, liberati insieme a una operatrice umanitaria francese e all’ex ministro del Mali Soumaila Cisse. Una fonte vicina al dossier dice al Foglio che dietro al rilascio degli italiani e del maliano c'è un riscatto pagato dai due governi
Sono atterrati poche ore fa in Italia i due ostaggi sequestrati in Niger due anni fa e liberati ieri in Mali, Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio. Per la loro liberazione, secondo una fonte vicina ai negoziati ascoltata dal Foglio, il governo italiano ha pagato un riscatto. I due italiani erano nelle mani di al Qaida, che assieme a loro ha liberato anche un famoso politico del Mali, l’ex ministro Soumaila Cisse, e una operatrice umanitaria francese di 75 anni, Sophie Petronin, che era stata rapita quattro anni fa. La Petronin durante il sequestro si è convertita all’islam, ma è difficile immaginare che al suo ritorno i francesi la chiameranno “neoterrorista”, come è successo a Silvia Romano in Italia.
Secondo la fonte, anche i maliani hanno pagato per la liberazione dell’ex ministro. I negoziati per la parte italiana si sono svolti tra l’Aise e un mediatore Tuareg. I francesi hanno tenuto separato il loro negoziato da quello italiano, forse per non essere coinvolti nel pagamento, ma non si sono opposti. Hanno ottenuto la liberazione grazie a uno scambio di prigionieri – in effetti tra sabato e domenica il governo del Mali ha liberato 180 uomini che erano in prigione perché legati al gruppo jihadista. Gli Stati Uniti erano molto contrari all’accordo che ha portato alla liberazione.