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Fonti vicine ai negoziati: “Gli italiani hanno pagato per gli ostaggi i francesi no”

Daniele Raineri

Atterrati in Italia Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio, liberati insieme a una operatrice umanitaria francese e all’ex ministro del Mali Soumaila Cisse. Una fonte vicina al dossier dice al Foglio che dietro al rilascio degli italiani e del maliano c'è un riscatto pagato dai due governi 

Sono atterrati poche ore fa in Italia i due ostaggi sequestrati in Niger due anni fa e liberati ieri in Mali, Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio. Per la loro liberazione, secondo una fonte vicina ai negoziati ascoltata dal Foglio, il governo italiano ha pagato un riscatto. I due italiani erano nelle mani di al Qaida, che assieme a loro ha liberato anche un famoso politico del Mali, l’ex ministro Soumaila Cisse, e una operatrice umanitaria francese di 75 anni, Sophie Petronin, che era stata rapita quattro anni fa. La Petronin durante il sequestro si è convertita all’islam, ma è difficile immaginare che al suo ritorno i francesi  la chiameranno “neoterrorista”, come è successo a Silvia Romano in Italia. 

Secondo la fonte, anche i maliani hanno pagato per la liberazione dell’ex ministro. I negoziati per la parte italiana si sono svolti tra l’Aise e un mediatore Tuareg.  I francesi hanno tenuto separato il loro negoziato da quello italiano, forse per non essere coinvolti nel pagamento, ma non si sono opposti. Hanno ottenuto la liberazione grazie a uno scambio di prigionieri – in effetti tra sabato e domenica il governo del Mali ha liberato 180 uomini che erano in prigione perché legati al gruppo jihadista. Gli Stati Uniti erano molto contrari all’accordo che ha portato alla liberazione.

 

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)