Il giorno che Calenda divenisse sindaco di Roma al posto della bambolina sarebbe dies aureo signanda lapillo. Con l’appoggio del Pd sarebbe cosa fatta. Qui sta il problema. Calenda ha lasciato il Pd, cosa non solo legittima ma anche opportuna se lo si ritenga, però lo ha fatto subito dopo essere stato eletto parlamentare europeo nelle sue liste, dunque uno sgarbo, e nutrendo il distacco di una astiosa campagna contro il governo Bisconte, di alleanza politica tra Pd e grillozzi. Su questa piattaforma ha preso molti applausi, perfino troppi, e come succede a chi prende troppi applausi, ha poi preso pochi voti, troppo pochi per una carriera politica credibile in proprio. Tuttavia ora Calenda ha capito il suo ubi consistam quale sia.
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