Non più candidati sindaci, ma conduttori sindaci. La corsa al vip per scalare il Campidoglio. Giletti ci pensa, Porro resiste. Maurizio Costanzo: "Sono tribuni, finiranno in politica"
E’ una “non candidatura” come la tua arena “non” è l’arena? “Se fosse una ‘non’ candidatura, se fosse una fantasia, non staremmo qui a parlarne. Altro non dichiaro”. Massimo Giletti, sindaco di Roma per il centrodestra? Dopo i grillini è la volta dei “gilettini”. Lo dici al Foglio? “Al momento non parlo”. E però, neppure smentisci. “Interverranno altri. E’ giusto così”. Dunque confermi che ci stai pensando e che la politica ti piace e che prima o poi vuoi saltarci. “La politica è un mondo dove le persone oneste fanno difficoltà. Chi comanda dovrebbe avere davvero ‘pieni poteri’ altrimenti una città, soprattutto una città come Roma, non riesci a cambiarla”. Non sarà con le primarie che cercheranno il prossimo candidato sindaco, ma sarà con il telecomando che sperano di scalare il Campidoglio. A destra non sognano più un city manager, ma inseguono il “conduttore sindaco”, il vip “famolo strano”, l’uomo che non copre le buche ma che “buca” lo schermo. A Giletti, ad esempio, è stato chiesto davvero (“Ti andrebbe Roma”?) perché lui per primo avrebbe lasciato intendere che potrebbe accettare. E’ già alla sua bis-candidatura.
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