Il retroscena
Il passo di lato di Appendino "per motivi giudiziari" mette in difficoltà anche Raggi
Chiara ha motivato la mancata ricandidatura per via della condanna intanto Virginia è alle prese con il processo che partirà il 19 ottobre
In Campidoglio c'è chi legge le parole della grillina di Torino come un messaggio per la Capitale: se l'appello dovesse finir male si aprirebbe lo scontro nel Movimento. Nonostante il codice etico permetta a Raggi di aspettare la Cassazione
"Questa di Appendino è una torta preconfezionata per noi". Quando ieri in Campidoglio hanno letto le parole con cui la sindaca di Torino Chiara Appendino ha annunciato il suo "passo di lato", e dunque la rinuncia alla ricandidatura, è scattato un campanello d'allarme.
Tra i motivi che hanno convinto la sindaca Appendino a non ripresentarsi c'è infatti la recente condanna a 6 mesi, in primo grado, per falso ideologico inflitta al processo Ream con l'accusa di un'errata imputazione a bilancio di 5 milioni. Attenzione, adesso, leggete bene questa dichiarazione della grillina: "Ho sempre operato nell'esclusivo interesse del Comune, che, al massimo, mi accusano di aver favorito 'ingiustamente' - dice Appendino - per questo farò ricorso in appello ma la condanna, anche se di lieve entità, resta tale. E in politica, prima di ogni cosa, bisogna essere coerenti con i propri principi". "Io sono assolutamente certa di aver sempre e solo salvaguardato gli interessi dell'ente che amministro - prosegue la sindaca Appendino - e, soprattutto, di aver agito in totale buona fede e per questo farò ricorso in appello. Tuttavia, le tempistiche per arrivare a sentenza, vanno oltre la scadenza elettorale del 2021".
Questo ragionamento di Appendino, che da tempo manifestava la sua contrarietà al bis, rischia di mettere in difficoltà Raggi. Che, come si sa, il prossimo 19 ottobre dovrà presentarsi in tribunale per l'appello del processo che la vede imputata per falso ideologico, anche lei, nella vicenda della nomina di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro. In caso di condanna - in teoria - c'è un bug nel sistema che le permetterebbe, codice etico alla mano, di presentarsi con il M5s e di aspettare così la Cassazione. Ma in Campidoglio chi conosce i vertici pentastellati fa anche un altro ragionamento: "Se il processo dovesse andar male, sono tutti pronti a tirare fuori il precedente di Appendino". Questa versione non è confermata dai big del Movimento che al momento ob torto collo fanno il tifo per Raggi, in quanto non ci sono alternative e dunque l'accordo con il Pd è impossibile. Ma chissà cosa accadrà...