Ieri le defezioni quasi fatali nel M5s hanno costretto il governo ad appendersi al Misto, per non cadere sulla Nadef. Stamattina sono i deputati di Iv a fare ostruzionismo sulla riforma costituzionale. E Delrio convoca un'assemblea di gruppo straordinaria
Andrea Colletti, grillino da sempre eretico e ortodossissimo, non ci prova nemmeno a dissimulare. "In missione? Sì, ero in missione per conto di Dio nel cortile di Montecitorio". Ci tiene insomma a rivendicarlo con fierezza, il suo atto d'insubordinazione. E d'altronde non è stato l'unico. In missione come lui, mercoledì sera, c'erano anche altri sei deputati del M5s: eletti assenti al momento del voto perché impegnati in affari istituzionali o di partito, assenti giustificati insomma. In missione, appunto. E però tra quei sei, oltre a esponenti di governo realmente occupati in altre faccende, c'erano almeno un paio di persone sospette. Di certo Alvise Maniero, veneto di Mira, falangista euroscettico e nostalgico del governo gialloverde, non era in missione. Anche perché lo aveva annunciato lui stesso il giorno prima - dopo aver progettato un mezzo blitz in commissione Finanze insieme al collega filosovranista Raphael Raduzzi per invitare il governo a rinunciare ai prestiti del Recovery Fund ("Meglio affidarsi ai nostri Btp!") - che avrebbe marcato visita.
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