Per quanto possa essere strumentale, la svolta esiste, è sul tavolo, è visibile, è presente, è un fatto ed è un’altra buona ragione per ringraziare chi un anno fa, da Matteo Renzi a Nicola Zingaretti, fece di tutto per far nascere un governo che non ha avuto solo il merito di rendere il grillismo meno offensivo di un tempo. Ma ha avuto anche l’effetto di rendere il salvinismo sempre più incompatibile con la realtà.
Quando i numeri della pandemia tornano a essere purtroppo le uniche notizie che contano, provare a parlare di qualsiasi altra notizia che non riguardi la progressione dei contagi, l’affollamento delle terapie intensive e l’aumento del numero dei morti diventa complicato e la tentazione di chiudere gli occhi su tutto il resto è comprensibile ed è persino naturale. Chiudere gli occhi su tutto il resto sarebbe però oggi uno sbaglio colossale e ci impedirebbe per esempio di mettere in rilievo tutte quelle notizie capaci di ricordare una verità incoraggiante che ha a che fare con le differenze di fondo tra la prima e la seconda ondata pandemica. E le differenze di fondo non hanno a che fare solo con la presenza di un sistema sanitario meno impreparato ad affrontare il virus rispetto a sei mesi fa. Ma hanno a che fare anche con la presenza sulla scena politica di alcune geometrie interessanti che riguardano il fronte uscito forse maggiormente trasformato da questo anno di pandemia: il centrodestra.
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