Il congresso del Movimento verrà svolto solo in forma digitale. E l'ex deputato grillino organizza incontri con gli attivisti locali, provando a fomentarli nella sua scalata al partito. Se poi andrà male, dirà che "è tutta una farsa"
A sentire lui, non ci sarebbe neppure da affannarsi più di tanto, ché non ne vale la pena. “E’ tutto già deciso, non è un congresso ma un gioco da tavola”, dice Alessandro Di Battista a chi lo interroga sulla sfida che lo attende. Si riferisce agli Stati generali. Che già prima gli sembravano – o almeno, così tentava di dissimulare – poca cosa. E che ora, dopo le nuove disposizioni emanate da Giuseppe Conte nel dpcm di domenica sera, gli sembrano ancor meno rilevanti. L’articolo 5 parla chiaro: “Sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza”. E dunque niente assembramenti, niente agorà pubbliche con relative acclamazioni, niente dibattiti faccia a faccia con eventuali conseguenti scazzottate. “Verrà fatto tutto in modalità telematica”, rassicura in queste ore Vito Crimi, il reggente che non regge più, e dunque non ci pensa neppure a rinviare la data dell’assemblea nazionale – prevista per il 7 e l’8 novembre prossimi – nella speranza di poterla celebrare con tutti i crismi. “L’appuntamento è confermato”, ripete il capo del M5s, facendo notare di aver già previsto lo svolgimento da remoto degli Stati generali, convocati – stando al regolamento diramato il 15 ottobre – “in presenza fisica o telematica”.
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