“Conte ha sbagliato in pieno sul Mes. Quella risposta è stata veramente un insulto per il Partito democratico”. Nonostante la telefonata riparatoria tra il presidente del Consiglio e il segretario del Pd Nicola Zingaretti, nelle file dei dem serpeggia ancora molta rabbia e una buona dose di rancore dopo quello che viene definito senza mezzi termini lo “sgarbo” del premier. Ma secondo i deputati del Partito democratico sul banco degli imputati, insieme a Conte, va messo anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. “Ma come, ci ha fatto fare tutta la campagna elettorale per le regionali puntando sul sì al Mes e poi cambia posizione in un nano secondo? Speriamo che a via XX settembre non sia tornata a comandare la Ragioneria di stato”, dicono in un Transatlantico sempre più vuoto i parlamentari del Pd. Fra le accuse rivolte a Gualtieri dai dem ce ne è anche un’altra: quella di non volere mettere tutti i 209 miliardi del Recovery fund in investimenti, ma di volerne destinare un centinaio circa per la sola riduzione del debito. “Keynes ci ha insegnato che gli investimenti pubblici generano pil, quindi, più entrate per le casse dello stato e una conseguente e automatica riduzione del debito pubblico. Gualtieri segue altri parametri?”, osserva un influente parlamentare del Pd. E pensare che fino a poche settimane fa Roberto Gualtieri era nella lista dei possibili candidati a sindaco di Roma stilata dal Nazareno. Romano de Roma, autorevole e con buone relazioni in Europa, era sembrato alla dirigenza del Pd un ottimo nome. Poi il suo diniego sul Mes ha raffreddato ogni ipotesi e non è stato più portato avanti nessun pressing per convincere il ministro dell’Economia a correre per il Campidoglio.
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