I dati registrati ieri in Italia – 15.199 casi nelle ultime 24 ore, 127 morti, 56 nuovi ingressi nelle terapie intensive, 177.848 tamponi – dovrebbero suggerire di entrare in una fase nuova della polemica politica all'interno della quale l'obiettivo prioritario dovrebbe essere per tutti non ragionare su ciò che non è stato fatto finora per farci trovare pronti di fronte alla seconda ondata ma è ragionare su cosa andrebbe fatto ora per evitare che la seconda ondata ci travolga come è stato con la prima
Nella nostra quotidiana convivenza con la pandemia, abbiamo imparato che arriva sempre un momento in cui l’opinione pubblica e la classe dirigente hanno il dovere di fare un salto di qualità e di passare dalla fase della ricerca delle colpe alla fase della ricerca delle soluzioni. I dati registrati ieri in Italia – 15.199 casi nelle ultime 24 ore, 127 morti, 56 nuovi ingressi nelle terapie intensive, 177.848 tamponi – dovrebbero suggerire di entrare in una fase nuova della polemica politica all’interno della quale l’obiettivo prioritario dovrebbe essere per tutti non ragionare su ciò che non è stato fatto finora per farci trovare pronti di fronte alla seconda ondata ma è ragionare su cosa andrebbe fatto ora per evitare che la seconda ondata ci travolga come è stato con la prima. E per ragionare su ciò che andrebbe fatto oggi per provare a governare la seconda ondata, per provare a responsabilizzare le istituzioni, per provare a non deresponsabilizzare i cittadini, il modello migliore da ascoltare, da seguire e da studiare è quello messo in campo in questi mesi dall’unica democrazia al mondo che, pur trovandosi nel cuore dell’Europa, pur essendo uno dei pilastri della globalizzazione, pur essendo il fulcro degli scambi di un continente, pur essendo circondata da paesi ad alta densità di contagi, è riuscita finora a fare in modo esemplare quello che tutti i paesi liberi del mondo in questo momento stanno probabilmente sognando: vivere con il virus senza isteria, con prudenza, senza paura, senza litigare, senza pensare che l’emergenza sia temporanea e tenendo in equilibrio costante la tutela della salute e la tutela dell’economia, evitando di inseguire gli spericolati e irresponsabili teorici dell’immunità di gregge.
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