Sul blocco dei licenziamenti il governo (e il M5s) dovrà decidere se sta più con il ministro Patuanelli o con il ministro Catalfo. Da una sponda di Via Veneto o dall’altra, dove i due dicasteri si guardano a vicenda, e sempre più in cagnesco. L’incontro di mercoledì notte con i sindacati e i ministri dell’Economia e del Lavoro non è servito a granché: e infatti a un certo punto la seduta è stata sospesa, aggiornata a nuovo orario da coprifuoco. Tutto rimandato. A quando, con ogni probabilità, bisognerà coinvolgere direttamente la cabina di regia di Palazzo Chigi. Del resto chi a quel tavolo non c’era, e però ha una certa voce in capitolo nella faccenda, e cioè il responsabile dello Sviluppo economico, spinge perché la misura, che non ha eguali in Europa, termini entro la fine dell’anno. E in tal caso sarebbe comunque un’estensione rispetto all’originario progetto di sospendere il divieto alla scadenza della tranche di cassa integrazione a novembre. Solo che sulla sponda opposta ci sono i sindacati, che vorrebbero una proroga non soltanto fino al termine dello stato di emergenza (31 gennaio) ma che comprenda pure le 18 settimane di cassa integrazione aggiuntive cui potranno attingere le imprese che ne facciano richiesta, e che terminerebbero alla fine di marzo.
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