Una nuova "egemonia democratica" per Bettini
Goffredo Bettini lancia una nuova area culturale del Pd con i ministri-intellettuali Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi. Un corridoio per i fuorisciti come D'Alema e Bassolino
Una corrente, insomma. A Goffredo Bettini gli hanno subito risposto così. Dunque anche tu ne fai un’altra? “E invece no. Io non voglio fare una corrente nel Pd, ma costruire un’area di intellettuali”. E dicono che Bettini avrebbe allora spiegato quello che ha in mente di fare e perché: “Serve preparare il passaggio al sistema proporzionale, serve ripensare alcune categorie politiche e lo si può fare solo attraverso un “politenico”. Nel Pd ci sono validi amministratori ma bisogna tornare a parlare con il nostro “caro” mondo. Penso ai professori, ai sindacati. Serve una nuova egemonia culturale”. E significa che Bettini ha in testa una “egemonia democratica”.
E se fosse “egemonia democratica” il nome della prossima area culturale che nascerà a novembre? Il senso è del resto questo. Rendere il Pd il partito-casa a cui deve tornare a guardare il mondo della scuola, i professionisti, e i sindacati. L’annuncio lo ha fatto lo stesso Bettini. Vuole costruire un’area culturale e ad aiutarlo saranno i ministri-professori, Roberto Gualtieri, e Gaetano Manfredi. Il manifesto, che sarà limato la prossima settimana, nasce dalle riflessioni di loro tre e fa tornare in mente il manifesto fondativo del Pd di Orvieto che, non a caso, fu un lavoro intellettuale di Gualtieri, Pietro Scoppola e Salvatore Vassallo. Sono figure che nel Pd stanno emergendo, uomini di collegamento.
Dietro Manfredi si muove la comunità dei rettori che conserva un buon ricordo di lui da presidente della Crui. Gualtieri è invece un riferimento per tutto quel mondo economico che ha imparato a misurarsi con lui che rimane anche uno storico. Un ritorno al passato? Tra i coinvolti c’è Mario Tronti, il filosofo pensatore, una sorta di padre nobile dell’area, il padre dell’operaismo, ma questo non significa che si tornerà al Pci. Ma nulla vieta che attraverso l’area di Bettini tornino ad affacciarsi nel Pd, quelle vecchie personalità che dal Pd sono uscite dopo lo strappo con Matteo Renzi. “Ci sono uomini validi che non trovano un spazio per dibattere” spiega chi sta lavorando al progetto. E significa che personalità come Massimo D’Alema, Antonio Bassolino potrebbero trovare quel corridoio che gli permette il ricongiungimento, il ritorno a casa. Non è vero invece che Bettini si sarebbe mosso senza avvertire Nicola Zingaretti. Il legame non può essere spezzato.
Ma questa volta c’è di più. Zingaretti avrebbe compreso che le mosse di Bettini possono accorciare le distanze con scrittori, registi, artisti. Arrivare dove il Pd adesso non arriva. “Cii servono anche gli intellettuali di governo”. Non vogliono posti nel partito. Puntano a quel cosa di più L’egemonia. Culturale.