Alla direzione del Pd, che è ormai il vero tavolo permanente, il gabinetto d’emergenza, tutti si chiedevano: “Ma Dario perché tace?”. E raccontano che chi guardava Dario Franceschini, chi lo studiava, vedeva nel suo volto la “stanza della tortura”, non più la necessità di stringere ancora, ma l’amarezza di non averlo fatto prima. “Abbiamo sbagliato. Avevamo ragione noi. Ma già la settimana scorsa. Altro che modifiche!”. Le vuole Iv, Stefano Bonaccini: “Meglio chiudere i centri commerciali anziché ristoranti, cinema”. Nicola Zingaretti, che la pensa come Dario, sembrava trasfigurato e le sue parole, ed erano ancora quelle della direzione, vibravano. Mai erano state tanto dense e chiare: “Oggi stare con i piedi in due staffe è eticamente intollerabile. L’Italia si aspetta, da chi ha responsabilità di governo, serietà e autorevolezza. Serve un salto di qualità”.
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