Marcucci chiede a Conte il rimpasto. Ma nel Pd scoppia il finimondo. "Abbiamo rischiato il tracollo", dice Guerini. Renzi scalpita, al Nazareno si fa buon viso a cattivo gioco: la verifica che in tanti vorrebbero, tra i dem, resta sospesa. Il lockdown incombente toglie spazio a qualsiasi manovra politica
Non ci fosse un lockdown incombente, il momento sarebbe magari propizio. E anche per questo Matteo Renzi, attraverso i suoi ambasciatori toscani, ha tentato di far recapitare all’altro Matteo, Salvini, un dispaccio riservato: che insomma si muovesse, il leader della Lega, a garantire la collaborazione della destra nella gestione dell’ora più buia, e a quel punto il governissimo si fa. E forse anche Andrea Marcucci, nell’invocare il rimpasto coi suoi occhi fissi negli occhi del premier, avrà pensato che ormai gli eventi sono maturi, il travaglio della maggioranza rossogialla troppo esasperato per poter essere domato. E invece, proprio nel giorno in cui tutto sembrava precipitare verso la crisi, dopo due ore che per il ministro Lorenzo Guerini sono state “quelle in cui abbiamo rischiato sul serio il tracollo”, ecco che l’entropia s’annulla, le suggestioni di un cambio della squadra di governo svaporano nel chiacchiericcio del Transatlantico, mentre il bollettino dei contagi segna 26.831 nuovi positivi.
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