Nessun burattinaio occulto dietro le violenze dei giorni scorsi. Ma è proprio la fluidità e l'eterogeneità delle piazze, a preoccupare la ministra Lamorgese. Che predica cautela per discernere tra disagio e delinquenza. I sommovimenti nel mondo ultras e l'allarme sui giovanissimi denunciati
Il burattinaio non c’è. Almeno per ora. E però quando Luciana Lamorgese, ieri mattina, ha radunato al Viminale i vertici dei vari reparti per il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, la domanda è stata al centro dei colloqui riservati. Perché il coordinamento tra le varie piazze, la coincidenza delle mobilitazioni e dei tafferugli, l’eterogeneità di un fronte di teppisti che pur nella sua composita frammentazione agiva con impensabile compattezza e condivisione d’intenti, ha imposto più di qualche sospetto. E però “non sono emersi evidenti elementi su una regia unica”, hanno concluso i capi delle varie forze dell’ordine convocati dalla ministra dell’Interno. La quale, però, non per questo considera meno preoccupante la minaccia strisciante di nuovi disordini.
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