La dissociazione delle sorti di giovani e vecchi di fronte all’epidemia è concettualmente ributtante. Ma ragionando un po’ più a fondo, misure di separazione per fasce d’età possono sembrare ragionevoli. Sono anche fattibili? L’ora di discuterne
Mi sembra ragionevole la proposta di separazione per fasce d’età fatta da Carlo Favero, Andrea Ichino e Aldo Rustichini. Partono dal fatto che la mortalità da pandemia non riguarda che marginalmente chi ha meno di trent’anni (19 morti su 36 mila circa) e sensibilmente differisce in meglio per chi ha meno di 50 anni (409 morti). Un fatto è un fatto, gli si può replicare respingendone la lezione, per ragioni di etica costituzionale o per la discutibile realizzabilità di misure che quel fatto pare suggerire, ma non si può rimuovere la sua ingombrante solidità. La faccenda va esaminata, non sarà l’uovo di Colombo eppure ha la vigoria di una evidenza difficilmente confutabile.
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