Esclusivo
Giubileo, vertice Conte-Zingaretti-Fisichella. Il premier non invita Raggi
Questa mattina l'incontro a Palazzo Chigi senza la sindaca di Roma. Che attacca Conte: "Guarda il colore politico e non il bene dei romani"
Il presidente del Consiglio decide di incontrare solo il delegato del Papa ai grandi eventi e il governatore del Lazio
Vertice segreto questa mattina a Palazzo Chigi per parlare del Giubileo 2025. Appuntamento ancora tutto da costruire dal punto di vista dell'organizzazione, ma che per la mole di interventi ha bisogno di una lunga e dettagliata preparazione. Come fu per quello del 2000 che di fatto cambiò il volto della Capitale dal punto di vista delle infrastrutture.
Secondo quanto risulta a Il Foglio, sono stati visti entrare a Palazzo Chigi il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, in pratica il delegato del Papa ai grandi eventi.
I due hanno parlato con il premier Giuseppe Conte dell'appuntamento che si svolgerà a Roma fra cinque anni. Di fatto è stata la prima riunione operativa per iniziare a discutere come e con quali fondi gestire il prossimo Giubileo.
Alla riunione segreta, però, mancava la sindaca di Roma, Virginia Raggi che non è stata invitata dal presidente del consiglio. Una dimenticanza per la grillina in quanto è a fine mandato e dunque in campagna elettorale? Non proprio. Più che altro sembra una scelta politica.
Terminata la riunione Zingaretti e Fisichella hanno lasciato in contemporanea il palazzo del governo.
Appena è uscita la notizia del Foglio non si è fatta attendere la reazione violenta di Raggi. In una nota al vetriolo il Campidoglio dice: "Stupisce che Palazzo Chigi non abbia ancora smentito le indiscrezioni dei media in merito ad una riunione istituzionale, presso la sede del Governo, per l’organizzazione del Giubileo del 2025 a Roma. In base alle ricostruzioni giornalistiche, infatti, alla riunione in modo del tutto irrituale non sarebbe stato invitato alcun rappresentante di Roma Capitale. Se la notizia venisse confermata, si tratterebbe di un grave sgarbo istituzionale".
"Il coinvolgimento della città e dell’amministrazione capitolina da parte del Governo, infatti, non dovrebbe mai tener conto del colore politico di chi ha l’onore e il compito di rappresentare tutti i romani".