Teme una cosa, Marco Minniti, ovvero che ci sia in Europa “una distrazione politico-strategica” nei confronti del terrorismo islamista. Perché “il Covid ha cambiato radicalmente la valutazione delle priorità. È nelle cose. Ma non tutto ciò che è nelle cose significa che sia giusto”. Ed esperienza d’altra parte ne ha da vendere, Minniti. Si trovava al governo nel 2015 ai tempi del Bataclan. Prima con le deleghe ai servizi, poi alla guida del ministero dell’Interno, fino al 2018, durante tutta la fase più acuta di quella sanguinosa sfida dell’Isis “che l’Italia ha passato indenne non grazie alla buona sorte ma alla sua esperienza nella lotta al terrorismo interno”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE