La storia

"Procedimento estinto": chiusa la querela da 1 milione di euro che il Pd fece a Grillo

Ieri il provvedimento del tribunale di Roma, dopo il passo indietro del Nazareno figlio dell'alleanza di governo

Simone Canettieri

Termina con la pace la vicenda legale tra l'ex capo dei grillini e il Partito democratico. La causa fu intentata nel 2016 dall'allora leader del Nazareno Matteo Renzi dopo l'attacco del blog per l'inchiesta Tempa rossa

Causa estinta. Così ha deciso il tribunale di Roma con un provvedimento del giudice Stefania Ciani in merito alla querela che il Pd fece, ai tempi di Matteo Renzi segretario, nei confronti di Beppe Grillo, all'epoca capo politico del M5s. L'accordo tra le parti è figlio dei tempi o meglio del governo rossogiallo che vede grillini e dem insieme alla guida del Paese.

La vicenda risale al 2016: il primo aprile si dimise il ministro Federica Guidi (poi archiviata) per via dell’inchiesta Tempa Rossa sull’estrazione petrolifera in Basilicata.

La titolare dello Sviluppo economico fu accusata dalla procura di Potenza di aver favorito il compagno, interessato a un centro di estrazione, con un emendamento.  Grillo dal blog tuonò alla sua maniera. Prima una bella foto con sovratesto di Renzi e Boschi (“Fanno gli interessi dei parenti, degli amici e delle lobby”) e poi, a scendere, l’oggetto della citazione in tribunale. 

Secondo Grillo “la Guidi chiese l’avallo della Boschi che – per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva – inserì l’emendamento incriminato nel testo del maxiemendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia”.

 

Un meccanismo, sempre secondo Beppe, “perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici".

Renzi, all'epoca numero uno del Nazareno, decise di portare Grillo in tribunale chiedendogli un risarcimento da 1 milione di euro. La vicenda è andata avanti, ma poi si è interrotta bruscamente quando Pd e M5s si sono ritrovati al governo insieme a sostenere Giuseppe Conte. Querela ritirata da parte del Pd e ieri l'ultima parola del tribunale: procedimento estinto. 

 

 

 

 

 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.