Intervista
Mulé: "Per la manovra FI c'è. Ma intorno a Zingaretti troppi sabotatori"
"Pronti a collaborare con il governo ma i suoi sos sono una recita che ormai si ripete. Mai in maggioranza. Con la Lega non è crisi". Parla Giorgio Mulé, portavoce dei gruppi di FI
Forza Italia andrà dunque al governo? “Esiste solo un centrodestra che si muove compatto. Uno solo. L’unità nel nostro caso è un dogma. Quindi non accadrà. O ci sediamo tutti insieme al tavolo o nessuno. FI non farà nessuna operazione senza averla condivisa con gli alleati di Lega e Fdi”. E però, adesso tutti vogliono Silvio Berlusconi e Nicola Zingaretti lancia la proposta di scrivere insieme la manovra e pure il Cav. ripete che è sempre disponibile a dialogare. Giorgio Mulé, che è portavoce dei gruppi di Fi, che linea seguirà? “La domanda non è che linea seguirà FI, ma che linea ha intenzione di seguire il governo. La generosità di Berlusconi è nota. E’ l’iniziativa di chi ha compreso in anticipo, di chi ha visto prima quello che sarebbe accaduto dopo. E’ dal 27 marzo che si parla di tavoli, di cabine di regia. La maggioranza le sta provando tutte ma un paese in pandemia, in emergenza, merita un senso di responsabilità che noi stiamo dimostrando di possedere e altri no. E quando dico altri mi riferisco ai partiti di maggioranza”.
Zingaretti ha aperto, e lo ha fatto in maniera ufficiale, rispettabile, e il suo messaggio è quello di un segretario. Vuole dire che mente pure lui? “Dico solo che Zingaretti ha tanti personaggi che somigliano a Catarella, il tontolone del commissario Montalbano. Io gli riconosco la buonafede ma sono preoccupato dai ‘Bonafede” che ci sono intorno a lui”. E insomma, il deputato di FI, ha come l’impressione che la proposta di scrivere insieme la manovra, di avere un doppio relatore, sia il già visto di questi mesi. “E’ un modulo di gioco. Lo chiamo uno schema. Alle nostre aperture, che ripeto sono aperture per il paese e non certo in favore di questo governo, seguono le dichiarazioni di Zingaretti e di Andrea Orlando, di qualche grillino di buon senso, ci sono anche loro a volte, salvo poi svanire nel nulla. Non voglio che si ripeta ma purtroppo si sta già ripetendo. Alle parole di Zingaretti mi sembra non siano seguite azioni. Ed è un problema di Zingaretti. Ciò che non permette il vero dialogo, sono quelli che io definisco i “disturbatori’ di maggioranza. Sono troppi, sono tanti. In questi mesi il cammino del governo è lastricato di proposte. Sono sos che lancia. Non è così che si apre una vera collaborazione”.
La Lega però ha aperto il fuoco amico. L’astensione di ieri sull’emendamento che tutela le aziende italiane, e Mediaset, non è lo sparo di Sarajevo? “Vi sbagliate”. E’ sicuro? “E’ vero che era una miccia pronta deflagrare ma è altrettanto vero che è stata spenta dal segretario Matteo Salvini. Si è dimostrato leale, ha spiegato che si è trattato di un incidente che mi sembra legato più alla vanità di un ex grillino. E voglio precisare che non si tutela solo Mediaset, ma si tutelano le aziende italiane. E’ quanto chiede da sempre la Lega in particolar modo con Raffaele Volpi”.
Suvvia. E’ stato un avvertimento. Un modo di fermare il vostro corteggiamento. “Non si è consumato nessun avvertimento. Ieri ho visto tanti pompieri entrare in azione. Salvini si è comportato da leader telefonando a Berlusconi”. FI è pronta a entrare in azione sulla manovra, Si oppure no? “Noi siamo pronti, ma alle condizioni che ho spiegato. Assolutamente sì. Noi sappiamo cosa serve. Non possiamo però essere coinvolti su uno scostamento da scalcagnati. Sin dall’inizio avevamo detto che occorreva uno scostamento da 100 miliardi. Avevamo ragione noi. Ne sono infatti seguiti quattro. O si fa uno scostamento serio o altrimenti nulla. Serve uno scostamento da 50 miliardi di euro, un anno fiscale bianco che non significa che nessuno pagherà. Significa dare respiro all’Italia. Non è più tempo di decreti dignità, ma di semplificazioni, autocertificazioni. Velocità. Giochiamo a fidarci”.
La sinistra che oggi si fida di Berlusconi non è già una vostra vittoria? “Ma in mezzo ci sono stati anni di antiberlusconismo feroce, violento. Era una ragione di vita, e per alcuni anche fonte di guadagno. Non sono cambiati loro, ma è stata la realtà, una pandemia che ci sta mettendo in ginocchio a cambiare il clima. Gli stanno rendendo onore. E’ giusto. In ritardo”.