I corteggiamenti di Zingaretti e lo sgambetto di Salvini. L’assente più presente della politica è riabilitato dai nemici politici e televisivi. Proprio come quei personaggi di Beckett che si manifestavano solo attraverso le bobine d’un magnetofono, anche Berlusconi infatti è tornato solido e ubiquo attraverso il solo uso della voce. È l’assente incombente
Poiché il caso è notoriamente capriccioso – si diverte cioè con le inverosimiglianze e con la surrealtà – ecco che il luogo in cui l’apoteosi berlusconiana in questi giorni è totale, il luogo in cui il trionfo va in carrozza, è tra i nemici della sua vita, nei salotti televisivi che al Cavaliere hanno fatto la guerra, e persino nella segreteria del Pd un tempo Pds, insomma tra coloro i quali un tempo coltivavano la filosofia della diversità antropologica. E allora eccolo Silvio Berlusconi che domenica, dopo aver già ricevuto attestati da Carlo De Benedetti e Romano Prodi, va persino ospite telefonico da Fabio Fazio (“dottor Fazio le auguro decenni di permanenza televisiva”). Ed eccolo martedì sempre al telefono da Giovanni Floris, cinguettante con Ilaria Capua (“presidente, il suo ruolo è molto molto importante”).
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE