I fu paladini della trasparenza e dello streaming che siedono al ministero della Giustizia (citofonare Alfonso Bonafede) non riescono neanche a fornire i dati precisi dei contagi nelle carceri. Si sa però, grazie al lavoro dei Garanti delle persone private delle libertà e delle associazioni come L’altro diritto e Antigone, che il numero dei ristretti che hanno contratto il coronavirus è in aumento. Per questo i Garanti hanno rivolto un appello al Parlamento: “Il carcere è una realtà in cui il rischio della diffusione del Covid-19 è molto alto: il fisiologico assembramento di un numero considerevole di persone in uno spazio angusto non permette, infatti, di rispettare le regole minime di distanziamento fisico e di igiene funzionali alla prevenzione del virus. La patologica situazione di sovraffollamento che caratterizza le nostre carceri contribuisce inoltre fatalmente ad accrescere il rischio di diffusione del contagio”.
Secondo i dati del Garante nazionale aggiornati al 13 novembre 2020, sono 32 le persone detenute ospedalizzate e più di 600 quelle risultate positive a seguito di screening diffusi. “Rispetto al numero di tamponi effettuati in questa nuova tornata di epidemia – scrive il Garante nazionale nell’ultimo report – il tasso di positività in carcere è alto (più del 15 percento), ma comunque in linea con quello del territorio nazionale. Accanto a questi numeri, quello di più di 800 persone dell’Amministrazione penitenziaria che operano con diverse funzioni nel mondo della detenzione penale”.
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