La situazione è questa: il segretario del Pd dice che il presidente del Parlamento europeo del suo partito e il ministro degli Esteri del governo che sostiene dovrebbero smetterla di fare a gara a chi le spara più grosse. Le parole di Nicola Zingaretti, affidate a Repubblica, si riferiscono alle dichiarazioni di Luigi Di Maio secondo cui “nel governo il M5s deve pesare di più” e all’intervista di David Sassoli che – sempre su Repubblica – ha proposto il superamento del Mes e, addirittura, la cancellazione del debito legato all’emergenza Covid da parte delle istituzioni europee. “Non è il tempo di proposte rispettabili ma estemporanee sulla cancellazione del debito – dice Zingaretti – Io ascolto le opinioni di tutti, ma se ricominciamo a chi la spara più grossa, la vedo dura”. Ma il problema non è tanto la polemica con il leader del M5s, che in un governo di coalizione è una dinamica consueta, quanto l’uscita del presidente dell’Europarlamento. Per un duplice motivo. Da un lato le dichiarazioni sul superamento del Mes hanno indebolito il segretario del Pd: da mesi, soprattutto dopo le regionali, l’accesso alla linea di credito sanitaria del Fondo salva stati è una delle richieste principali di Zingaretti al governo. E ora il M5s, che si è sempre opposto al Mes, usa le parole di Sassoli proprio per bloccare l’iniziativa del segretario del suo partito.
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